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Due giorni nella Valpolicella Classica, dalla famiglia Tedeschi, per capire gli aromi del vino di quella terra così suggestiva.Verona.

Maggio inoltrato. Una tipica giornata d’autunno. Pioviggina e l’occasione, nonostante l’illusione estiva, è perfetta per assaggi decisamente più invernali.
Appuntamento alla Bottega del vino per l’inizio di questo breve viaggio in compagnia dei fratelli Tedeschi. Una prima considerazione, una prima percezione che esce subito fuori: non sono un’azienda, sono una famiglia.

Tre fratelli, tre competenze diverse e una spontanea, curata e affettuosa accoglienza. Una cena all’insegna dell’autunno, tra Valpolicella e Amarone, risotto ai funghi e capriolo. Una visita giù nella cantina della Bottega del vino, un posto magico fatto di bottiglie storiche e introvabili, verticali di grandi vini e un grande tavolo da degustazione.

Il giorno dopo invece siamo nella cantina storica di Pedemonte nella Valpolicella Classica e, nel pomeriggio, alla tenuta di Maternigo, acquisizione successiva della famiglia. La mattinata passa attraverso un curioso gioco di blend per creare, con le masse dell’Amarone, la nostra personale idea di bottiglia e scegliere poi il blend migliore. Ma passa anche per un intervento di Maurizio Ugliano, professore di Enologia all’università di Verona, che da anni analizza campioni dei vini Tedeschi per studiarne gli aromi del vino. È così che nasce una mappa olfattiva tra le parcelle di Amarone Maternigo, Fabriseria e Monte Olmi. Fruttato e mentolato il primo, floreale il secondo, speziato il cru Monte Olmi.

“Corvina e corvinone – spiega il professor Ugliano – sono ricche di terpeni e spiccano per sensazioni balsamiche e mentolate che si sviluppano soprattutto nell’invecchiamento. Il Monte Olmi è ricco di note mentolate e balsamiche provenienti dal piperitone, sostanza aromatica che si ritrova spesso nei vini di Bordeaux”. Cifra odorosa della Valpolicella, secondo gli studi del professore e della famiglia Tedeschi, è un mix di fruttato, floreale, speziato e balsamico al quale, con l’appassimento, si aggiungono sensazioni di tabacco, cannella e spezie dolci.
Come molti oggi, anche Tedeschi è attenta al concetto di sostenibilità. In un mondo in cui il concetto di sostenibilità ambientale non è più soltanto un valore etico ma una precisa e cocente necessità, tante aziende vinicole lavorano virtuosamente in questa direzione. Sostenibilità è uno dei trend key del mercato, un imperativo che, applicato su tutta la filiera produttiva e non a compartimenti stagni, può creare valore e ridurre realmente l’impatto ambientale e rafforzare la biodiversità. E così da quest’anno l’azienda ha ottenuto la certificazione Equalitas. Lo standard utilizza l’approccio integrato alla sostenibilità secondo i tre pilastri: Economico, ovvero la capacità di generare reddito e lavoro; Ambientale, cioè la capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali; Sociale, che significa la capacità di garantire condizioni di benessere umano.

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